…l’avevo già incontrata quando sfogliavo lentamente,

davvero con cura e calma, le poesie di Brecht

e che è stato capace come Prévert, Saramago, Salinas, Lorca a spiegare

che l’amore non c’entra niente con la vita

…quando cercavo chissà cosa fra le pagine di quella solitudine

durata 100anni

…la volta che George Orwell spiegò a dio cos’è il denaro, all’inizio di

Fiorirà l’aspidistra

…la volta che tu eri incazzata al telefono: si capiva che mi amavi

e non ne potevi più dell’amore, insomma di me

…quella volta che con la chiave inglese ho spezzato le ossa

a un fascista, se non ricordo male era il 1976 e lui mi puntava una pistola

(sempre un passo avanti a noi, i gambalini), ma fui più veloce

…ah, sì, quando a 14 anni mio fratello mi disse che voleva

portarmi sull’Adamello: ci arrivai quasi, cazzo che freddo autarchico

(non come quelli di oggi, spremuti da una macchina appesa alla parete)

…la volta che andai a fischiare Enrico Berlinguer, se li meritava i fischi:

magari certi sacrifici non li avrebbe chiesti agli operai, sapendo che avrebbe

lasciato in eredità agli ultimi una come Schlein Elly,

(pare licenziata dal circo Orfei: pretendeva il ruolo delle tigri)

…il primo strip di Dita von Teese, questa sapeva che significa

un paio di calze con la riga (ma pure senza)

…la volta che Moana disse quella cosa su Craxi

…la volta che Karl Popper disse: “Ma siete sicuri?” (intendeva:

siete sicuri che siamo la Specie più intelligente?)

…quando davanti al mare mi misi le mani in tasca per cercare

una moneta, si può essere più cretini? 1euro che ci fa

dentro tutta quella ricchezza?

…e poi finalmente un po’ di pace cadendo fra le tue braccia

(p.s.: riletta e rivista dopo qualche anno)

dunque la moneta, Moana, Popper, i fischi a Berlinguer, il quasi-Adamello, un fascista in ginocchio, quella chiamata, Marquez e Brecht e Orwell, la tua pelle di seta e ciclamino: ecco, questa fu l’ultima volta che la bellezza mi fu vicina, e mi prese per mano: eh, erano davvero i passi finali

(p.s.: Le signore sono le interpreti del grandioso La casa di carta. Sì, ne manca una: prossimamente…ah, Alex Pina, il creatore della Casa di carta, mette parecchie riflessioni: sull’amore, l’amicizia, l’economia, ecc., ma una le sovrasta tutte: meglio essere ladri che mercenari o aguzzini di uno stato. Notevole!)