Negazione. Bellezza. Impertinenze

Non c’è più tempo

Ho fatto le tabelline

Magari erano sogni aritmetici

Non tutti possono essere

Persone importanti

Via, si può tentare di essere persone

Non so se sei stata quella giusta

Sì, quella dell’amore

Facciamo però quella più desiderata

Non è che con te

È stato proprio comodo

Ma il tuo modo di sorridere, qualcosa rimediava

(libera declinazione de La seduzione nel Celeste Impero, Ed. Sellerio, 2002…e nella nota finale Paolo Santangelo dice che: “… il linguaggio seduttivo altro non è che la retorica della persuasione”. Sottoscrivo. È così per la religione, per la politica, per qualsiasi delitto)

CHIUNQUE…

Sì, lo può fare chiunque

Cosa?

Sconfiggermi 

La statura. Che ci vuole a far passare

La palla sopra 1.64?

L’erudizione. Basta che si ricordino i 3000

Libri che hanno letto.

La cultura. Tre risposte, tre!

Come sfamare tutto il Pianeta.

(e finirla con gli aghi nel braccio di un neonato)

Come offrire orgasmi mirati.

(è così che ti piace? Ah, ok!)

Camminare per strada senza timore.

(senza dover far uso di revolver & bestemmie)

Così  lo può fare chiunque

L’amore? La prima domanda non è mi ami?

La prima è il reggicalze le corde le mollette la frusta?

No! Ecco, non siamo fatti l’uno per l’altra

Senza crucci di gelosie separazioni sofferenze

Meglio un’amicizia erotica (Kundera) di una fedeltà

Rancorosa (Balzac).

Chiunque, dunque, può far meglio di me se

Si è garantito l’assicurazione pensionistica sessuale

(Genazino)

(p.s.: ohibò, siamo tornate…così…era necessario, come lo fu ne La casa di carta…)

Leopold e Aurora (seconda e ultima parte)

Lei a lui: “…io ti ho amato in modo davvero sfrenato, e sai bene quanto sono stata tirannica con te, e sai pure che l’ho fatto solo per soddisfare i tuoi capricci anche se qualcosa di quel dolce sentimento che si usa chiamare amore freme nel mio petto, dio non voglia che mi conduca ogni notte solo da te…e quando questo residuo di femminilità compassionevole sarà scomparso, chissà se io ti renderò la libertà o se non diverrò crudele e spietata verso di te, in un modo che nemmeno puoi immaginare”

Lui a lei: “Si può rendere conto, mia cara, dell’alto grado di sovra sensualità di cui soffro – e godo – dal fatto che… di mia madre apprezzavo solo le audaci vergate che mi aveva dato poco prima di andarsene per sempre, a causa mia: sì, così è stato detto, e avevo solo 11 anni e devo dire che verso i 19 presi a modello di donna una che faceva l’attrice di professione, e di lei, via… ma lo capii solo parecchio dopo, che non di lei ero innamorato, ma delle recite che sapeva fare. Oh, quanto era brava e diabolica e…sorridente sempre”.

Lei a lui: “…oh, povero…mio caro bambino, se tu fossi un poco meno virtuoso, saresti anche più ragionevole, vero? Ripareremo allora a quel lutto con una mammina molto cattiva…e sappi, bambino mio, che una donna può comportarsi così solo in certi casi particolarissimi: ti vede come cosa da adorare oppure come schiavo a cui infliggere punizioni: e fra i due casi non esiste poi così tanta differenza”

Lui a tutti: “Che la donna, a tutt’oggi, quale la natura l’ha creata, nei suoi rapporti con l’uomo non può essere altro che sua tiranna o sua schiava, mai sua compagna. Compagna lo potrà essere solo se un giorno godrà degli stessi diritti dell’uomo: studio, lavoro, indipendenza…come vedete la sua frusta m’ha fatto bene e dunque quella nebbia sovra sensuale s’è dispersa e nessuno mi darà più a intendere che le sacre scimmie di Benares, come Schopenhauer apostrofava le donne o il gallo di Platone (Diogene un giorno gettò nella scuola di quell’esaltato un gallo spennato gridando: ‘Eccolo il tuo uomo’) non sono fatti a immagine e somiglianza del Padreterno. Sono lui, sputati, e sputato che quel che dico è il vero”